Benvenuti

mercoledì 5 giugno 2013

Il Cannolo Siciliano


Il cannolo, u cannòlu, è un dolce dai forti contrasti: colore, profumo, sapore e consistenza, inebriano i sensi del palato. Intrigante il suo aspetto, conservatosi nel tempo. Le sue origini non sono cristiane e la forma di questa prelibatezza esprime un significato di fecondità, di forza generatrice, ma anche un valore apotropaico, cioè di allontanamento delle influenze maligne.

Una leggenda narra che la nascita dei cannoli sarebbe avvenuta a Caltanissetta, l'antica Kalt El Nissa (Castello delle donne), sede di numerosi harem di emiri Saraceni tra l'827 e il 1091. S'ipotizza che le donne, per passare il tempo, si dedicassero alla preparazione di prelibate pietanze ma soprattutto di dolci. Durante uno dei tanti esperimenti culinari si suppone che abbiano inventato il cannolo, ad imitazione di un dolce arabo, ripieno di ricotta, mandorle e miele.

Quando i Normanni riuscirono a liberare la Sicilia dai Saraceni, gli harem si svuotarono e molte delle donne che li abitavano si convertirono al cristianesimo e si ritirarono nei conventi, portando con sé alcune antiche ricette. Quindi con molta probabilità una delle ricette che le donne musulmane tramandarono alle consorelle, fu proprio quella del cannolo, che prepararono per la prima volta delle suore in un convento nelle vicinanze di Caltanissetta. Il cannolo era caratterizzato da un involucro, a scorcia, da una farcia di ricotta e zucchero arricchita con cucuzzata di pezzetti di cioccolato e granella di mandorle.

La diffusione del dolce si deve alla pasticceria palermitana. Il suo nome deriva dal latino volgare dell'arbusto canna e dal modo di chiamare il rubinetto che c'era nelle fontanelle pubbliche o abbeveratoi. Anticamente per conferire la tipica forma cilindrica e allungata si usavano delle canne di bambù, mentre oggi i cannelli su cui si avvolge la pasta sono di metallo. Secondo la tradizione è divenuto un dolce tipico del Carnevale, perché in tono scherzoso si feceva uscire la crema di ricotta al posto dell'acqua.
Dunque, ma come si prepara il cannolo?

Ingredienti per la scorza (cialda):



- 400 g di farina 00;
- 100 g di farina di semola;
- 60 g di zucchero a velo;
- 50 g di burro;
- 50 g di tuorli d'uovo (circa 3);
- 1 albume d'uovo;
- 8 g di cacao amaro in polvere;




150 g di Marsala secco (o di vino bianco o di moscato);
- 1/2 cucchiaio d'aceto;
- sale q.b.;
- strutto q.b.;
- olio di arachide q.b. (per friggere).
.
.
                                                             Procedimento
.
Disporre la farina 00 (setacciata) a fontana e a centro inserire: un pizzico di sale, cacao amaro, farina di semola (setacciata), zucchero a velo, tuorli d'uovo, mezzo albume, Marsala e aceto (i liquidi aggiungeteli pian piano). Dopodiché incominciare ad impastare. Alla fine aggiungere il burro. Lavorare l'impasto fino ad ottenere una pasta ben soda. Lasciare riposare il composto per circa 2 ore avvolta nella pellicola oppure in una tovaglietta. Successivamente stenderlo con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile. Stirare la pasta con la macchina nonna papera (ripassare almeno 2 volte) spolverandola con la farina bianca. 

Per creare la forma dei cannoli si può utilizzare della carta forno e disegnare una forma ovale con circa 11 cm di diametro (oppure potete utilizzare delle formine di latta). In seguito ungere con lo strutto  i cannelli di latta, lunghi circa 12 cm, dopo avvolgere la pasta attorno ad essi. Per non aprirsi i cannoli durante la frittura, prima bisogna chiuderli con una pennellata d'albume d'uovo rimanente (battuto poco) nel punto di congiunzione. Quindi, versare i cannoli con i cannelli in un tegame con olio abbondante caldo. Saranno pronti quando raggiungeranno un colore dorato. Lasciateli intiepidire e sfilare con delicatezza gli involucri interni. E' possibile conservarli in una scatola di latta per circa una settimana.

N.b.
I cannoli vanno riempiti poco prima di servirli, questo perché, con il passar del tempo l'umidità della ricotta viene assorbita dalla cialda facendole perdere la sua croccantezza. Per evitare questo inconveniente, alcuni pasticceri rivestono il cannolo dalla superficie interna fino ai bordi con del cioccolato fuso, in questo modo, l'involucro non s'impregna rimanendo croccante per più tempo.

Personalmente vi consiglio di decorare i bordi con della granella di pistacchio.
Dopo aver fatto asciugare il cioccolato, è possibile farcire l'interno con la ricotta o con la crema al cioccolato.
Infine date una spolverata di zucchero a velo sopra i cannoli. Per la decorazione si possono inserire alle due estremità alcuni pistacchi tritati o ciliegie o scorza d'arancia candita. 

Ingredienti per la farcia di ricotta:

- 500 g di ricotta di pecora;
- 2 cucchiai di acqua fior d'arancio (o di liquore cointreau);
- un pizzico di cannella in polvere;
- 3 cucchiai di zucchero a velo;
- 80 g di gocce o scaglie di cioccolato;
- dadini di buccia d'arancia candita q.b.;
- pistacchio tritato q.b.

Procedimento

Prima d'iniziare a preparare le cialde mettere la ricotta a scolare in un colino poggiato dentro a una ciotola e riporre il tutto in frigorifero almeno per 30 min. Dopo uscire la ricotta dal frigo, toglietela dal colino e mettetela in un'altra ciotola, inserire lo zucchero a velo, l'acqua fior d'arancio, la cannella in polvere, mescolare delicatamente gli ingredienti, poi coprire la ciotola con della pellicola e metterla in frigorifero per almeno 1 ora.
Dopo, uscire la ricotta dal frigo, prendere un setaccio a maglie molto fini, poggiarlo su di una ciotola e con l'aiuto di una spatola schiacciate il composto di ricotta verso il basso per farlo fuoriuscire. Una volta ottenuta una crema molto fine, aggiungete le gocce di cioccolato, la buccia d'arancia candita e il pistacchio tritato. Conservare la crema di ricotta in frigorifero dentro ad un contenitore col coperchio oppure farcire direttamente i cannoli.

Marco Tullio Cicerone, durante un viaggio in Sicilia, nel 70 a.C., conobbe ed apprezzò il "Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus", ovvero "il cannolo farinaceo fatto di latte per un dolcissimo cibo". Non era ancora il cannolo come lo conosciamo noi, ma ci si avvicinava parecchio.

Un poeta palermitano dell'800 inneggiava al mitico cannolo siciliano, nato come dolce di Carnevale ma divenuto presto squisitezza per tutto l'anno:
"Beddi cannola di Carnivali, su biniditti spisi li dinari" [...].
"Ogni cannolu è scettru di Re e virga di Mosè".

sabato 2 marzo 2013

Pasta alla Norma


La pasta alla norma è un piatto tipico della cucina catanese e prende il nome da un omaggio che, secondo la tradizione, nel 1920 durante un pranzo tra artisti, Nino Martoglio (commediografo) davanti ad un piatto di pasta così condito esclamò: "questa pasta è una vera Norma!" ad indicarne la suprema bontà, paragonandola all'opera di Vincenzo Bellini. Il piatto, pur essendo comune a tutta l'isola, va attribuito alla tradizione catanese non solo per l'origine, ma anche per l'uso specifico della ricotta salata o di quella infornata.

La sua preparazione è semplice.

Ricetta per 4 persone


Ingredienti:

400 gr. di pasta (spaghetti o penne);
2 melanzane;
500 gr. di pomodori pelati;
olio extra vergine d'oliva q.b.;
sale grosso q.b.;
2 spicchi d'aglio;
alcune foglie di basilico freso;
ricotta salata o a Vs. piacere ricotta infornata q.b.

Procedimento:

Lavare e asciugare le melanzane eliminando la parte verde. Tagliarle a fette (circa un centimetro di spessore) e posizionatele in uno scolapasta (sotto mettere un recipiente), a strati cospargere di sale grosso, alla fine poggiare sopra un peso che le schiacci per bene per un'ora. Mentre le melanzane spurgano, preparare un tegame e versare all'interno circa 4 cucchiai di olio d'oliva e l'aglio da far dorare lievemente. Dopo aggiungere i pomodori pelati, schiacciare con una forchetta e lasciare addensare il sugo aggiungendo qualche foglia di basilico spezzettata con le mani.
Nel frattempo prendere le melanzane spurgate, lavatele sotto l'acqua corrente fredda, strizzatele e asciugatele. Preparare una padella con abbondante olio d'oliva e friggere le melanzane. Successivamente selezionate in due piatti le melanzane, una parte con quelle tagliate a fette e nell'altro tagliatele a listarelle o a cubetti. Mettere l'acqua a bollire in una pentola con del sale grosso q.b. ed inserire la pasta. In una padella capiente inserire all'interno il sugo che avete preparato e unite le melanzane tagliate a listarelle. Quando la pasta è cotta (preferibilmente al dente), scolatela per bene, unitela al sugo e fatela saltare per qualche secondo.
Impiattare il tutto aggiungendo sopra qualche melanzana a fette, un po' di ricotta salata grattugiata e qualche foglia di basilico.
Buon appetito! 

giovedì 24 gennaio 2013

La Scacciata



Le origini della scacciata (schiacciata in italiano) sono antichissime. In origine era un disco di pasta ottenuto amalgamando acqua e cereali vari macinati, poi "schiacciato" per poter essere cotto su pietre rese roventi dal fuoco. Le antiche scacciate, insaporite con erbe o ingredienti vari, erano azime. L'introduzione dell'uso del lievito da parte degli egiziani segnò una svolta importante nella storia dell'alimentazione. La diffusione poi, con i romani, del frumento fu il passo decisivo verso lo sviluppo di quella cultura del pane giunta ai nostri giorni.

Nelle tavole rurali del Regno di Sicilia e poi delle Due Sicilie si sviluppò questo piatto e agli inizi del XVIII secolo si presentò nelle tavole siciliane a base di verdure e carne. Raggiunse il suo successo quando lo stesso Moncada, principe di Paternò nel 1763, lo volle sulla sua tavola nei festeggiamenti natalizi. Da allora la tradizione lo colloca come piatto natalizio con una ricetta tramandata da generazioni.

Ad oggi la scacciata presenta una vasta diffusione sul territorio catanese ed un ampia commercializzazione di tipo unicamente artigianale. Per la preparazione della pasta è da evitare l'uso di impastatrici meccaniche. La farina unita alla pasta madre e all'acqua si trasforma in qualcosa che solo la lavorazione manuale può vivificare. Lavorare la pasta, stenderla, plasmarla con il calore della mano, diteggiarla, fare all'amore con essa, è il rito ancestrale da cui nasce la scacciata catanese.

Per l'impasto - Ingredienti:


500 gr. di farina 00;
500 gr. di farina di semola rimacinata;
30 gr. di lievito di birra (o se avete la possibilità di lievito madre);
8 cucchiai di latte;
1 cucchiaio di zucchero;
2 cucchiai rasi di sale fino;
4 cucchiai di olio d'oliva extravergine;
500 gr. (circa) di acqua tiepida.


Procedimento:

Setacciate la farina. In una ciotola stemperate il lievito con poca acqua tiepida. Unite un cucchiaio di farina e impastate fino a ottenere un composto liscio e omogeneo che lascerete fermentare, coperto da un panno, in una terrina leggermente infarinata, per mezz'ora. Disponete ora a fontana sulla spianatoia il resto della farina. Mettete nel centro il panetto lievitato, la rimanente acqua, il latte, l'olio, il sale e lo zucchero. Impastate con le mani in modo da ottenere un composto che non attacca sulla spianatoia e sulle mani. Lavorate ancora l'impasto con energia stendendolo e raccogliendolo più volte. Formate una palla, ponetela in una ciotola infarinata, incidetela a croce e lasciate lievitare, coperta da un panno di lana, per circa due ore.


Per il ripieno - Ingredienti:


1 kg di broccoli (broccoletti siciliani);
3 nodi di salsiccia;
100 gr. di provola;
parmigiano q.b.;
sale qb;
olio d'oliva q.b.;
2 agli;
peperoncino q.b..



Procedimento:

Dopo aver nettato e pulito i broccoletti, lessateli in acqua calda e aggiungete il sale qb. Successivamente, scolateli e ripassateli in una padella con olio, aglio e un po' di peperoncino per pochi minuti. A parte preparate la salsiccia, togliete il budello e dividetela a tocchetti senza grassi, rosolateli in padella con olio e aglio per pochi minuti. Tagliate la provola a dadini.


Farcire l'impasto:


Prendete la pasta ormai lievitata e ponetela sulla spianatoia, lavoratela con le mani sbattendola più volte per qualche minuto per farla diminuire di volume. Prendete una teglia con della carta forno, ungetela con l'olio e dopo stendete la pasta (la parte utile a ricoprire la teglia, il resto mettetelo da parte). Conditela con il ripieno che avete preparato aggiungendo prima i broccoletti e la salsiccia, grattugiate un po' di parmigiano in modo omogeneo e aggiungete la provola sparsa a dadini (se volete potete aggiungere qualche oliva nera senza osso e tagliata a pezzettini). Stendete il rimanente della  pasta sopra il ripieno e sigillate per bene con i polpastrelli tutti i lati. Prendete una forchetta e fate per tutta la superficie alcuni trafori, ungetela di olio e ponete la scacciata sulla piastra inferiore del forno (statico) a 220 gradi per 10 min., dopo spostatela sulla piastra intermedia a 200 gradi per circa 15 min.


martedì 4 dicembre 2012

Quaglie al cartoccio


Ingredienti:

4 quaglie;
sale aromatizzato q.b.;
erba cipollina q.b. (o cipolla fresca);
olio extra vergine d'oliva q.b.;
vino bianco q.b.;

Per creare il sale aromatizzato:

Fate essiccare timo, salvia e rosmarino q.b. per 4 giorni. Dopo unire le spezie a 3 cucchiai di sale marino grosso e frullare.

Procedimento:

Lavare le quaglie. Tritare il timo, la salvia, il rosmarino e l'erba cipollina. Preparare una teglia con della carta forno (un foglio abbastanza lungo da poter avvolgere il suo contenuto) e adagiare le quaglie (già aperte in due); inserire all'interno di ogni quaglia le spezie tritate, spargere un po' di sale aromatizzato e un filo d'olio, ai lati aggiungere del vino bianco. Chiudere il cartoccio. Mettere in forno a 200° per 35 min chiuso nel cartoccio e 10 min aperto.

Le quaglie si possono accompagnare con delle verdure miste
o con degli ortaggi.
Buon appetito!

mercoledì 7 novembre 2012

Arancino Siciliano


L'arancino di riso, tipico della tradizione siciliana, prende il nome e la forma dall'arancia (a causa della sua forma tonda, ma in alcune parti dell'isola assume una forma conica).

Sembra che l'arancino sia stato importato dagli arabi che mangiavano riso condito con carne, zafferano ed erbe. L'invenzione della panatura nella tradizione viene spesso fatta risalire alla corte di Federico II, quando si cercava un modo per recare con sé la pietanza in viaggi e battute di caccia. La panatura croccante, infatti, assicurava un'ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad una migliore trasportabilità.

Nella letteratura, Angelo Grasso li descrive in una particolare variante in "La Profezia - Carmina Annales Giàrra", mentre Andrea Camilleri li nomina con il celebre commissario in "Gli arancini di Montalbano"un noto buongustaio che ha contribuito a far conoscere questo piatto fuori dall'Italia.

Caro lettore, una volta stuzzicata l'acquolina passiamo al dunque: come si preparano gli arancini?

  Ingredienti:
  (per circa 15 arancini)


  - 500 g di riso arborio;
  - 1 bustina di zafferano;
  - 1 uovo intero;
  - 50 g di parmigiano;
  - 40 g di burro;
  - sale q.b. 



Per il ripieno:

- 250 g carne di muscolo di vitello (uovo di spalla) e 150 g di carne di maiale da sfilettare;
- 1/2 cipolla tritata;
- 1 carota tritata;
- 1/2 costa di sedano tritata;
- 400 g di pomodori pelati ;
una bottiglia di salsa (33 cl);
- 1 bicchiere di vino rosso;
- 3 foglie di alloro;
- 2 foglie di basilico;
- 150 g di caciocavallo a dadini e una mozzarella fiordilatte;
- 100 g di piselli freschi sgranati;
- olio extravergine d'oliva;
- sale e pepe q.b.

Per la panatura:

farina bianca 00;
- pangrattato;
- 2 uova;
- olio di semi di arachide (per friggere).

Procedimento:

Preparate il ragù di carne


Scaldate in padella qualche cucchiaio di olio, quindi rosolate la cipolla con la carota, il sedano tritati e 2 foglie di alloro. Unite la carne e bagnate con il vino, lasciate evaporare e dopo unite i pomodori pelati, la salsa, il basilico e un pizzico di sale e pepe. Abbassare la fiamma e lasciare cuocere per circa 1 ora e mezza mescolando spesso, aggiungete qualche cucchiaio di acqua calda.  Cucinare a parte i piselli e unire a fine cottura del ragù. Quando il ragù è freddo sfilettate la carne.



Passate al riso

Lessate il riso al dente in poca acqua (circa 1 L ) leggermente salata con una foglia d'alloro (cucinare finché non si asciuga l'acqua). Sciogliere lo zafferano in pochissima acqua calda e amalgamare accuratamente a fine cottura. Fatelo intiepidire. Dopo raccoglietelo in una ciotola, unitelo al parmigiano, ad un uovo e al burro.

P.S. Il riso e il ragù devono essere freddi per preparare gli arancini.


Componete gli arancini


Inumidite leggermente le mani, prelevate un pugnetto di riso e dategli la forma di una ciotolina. Formate una cavità al centro e riempite con un cucchiaio abbondante di ragù e piselli. Aggiungete qualche dadino di caciocavallo e di mozzarella, chiudete con un altro strato sottile di riso dandogli una forma rotonda o conica (a vostra scelta).


Impanate e friggete

Passate gli arancini in poca farina, dopo nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Un piccolo consiglio, se avete un aiutante, una persona dovrebbe fare la prima parte ovvero il passaggio farina, uovo e la seconda solo il pangrattato, se invece siete soli durante la preparazione, dividete il lavoro a metà come descritto prima. Vi chiederete per quale motivo? Perché se si fa tutto in una volta rischierete di panare copiosamente le vostre mani e non solo l'arancino.
A questo punto scaldate abbondante olio di semi in una casseruola a bordi alti, immergere gli arancini (quando incomincia a spisiddiari ovvero sfrigolare) con l'aiuto di un mestolo forato, friggeteli. Quando saranno ben dorati, scolateli e sistemateli su un piatto, rivestito con carta assorbente da cucina. 

P.S.
Esiste una variante di cottura, ovvero in forno. In questo caso vi è qualche modifica a partire dalla preparazione per la panatura. Passate gli arancini in poca farina, dopo nell'uovo intero con l'aggiunta di un albume e poi nel pangrattato. Preparate una teglia ungendola con un po' d'olio extravergine d'oliva, inserite gli arancini con un filo d'olio sopra. Mettere il tutto in forno a 240° per circa 25 minuti.

Portate in tavola e serviteli caldi. 

Buon appetito! Godetevi questa leccornia, ma con moderazione, non mangiatene troppi!  

giovedì 14 giugno 2012

Gelato al Cioccolato

Il primo viaggio dei sensi...

Il gelato al cioccolato è un dessert goloso e fresco a cui è impossibile rinunciare nelle torride giornate estive. Amato da grandi e piccini, è davvero semplice prepararlo in casa con risultati sorprendenti.

Ecco di quali ingredienti abbiamo bisogno:



- 500 ml di latte,
- 1 baccello di vaniglia,
- 10 g neutro (per gelati),
- 4 tuorli,
- 150 g di zucchero,
- 80 g di cacao amaro in polvere,
- 130 ml di panna fresca.



Preparazione:

Per preparare il gelato iniziate versando 500 ml di latte in un pentolino, unire un baccello di vaniglia e portare a ebollizione. Togliere il pentolino dal fuoco, coprire e fare riposare per 15 minuti, unire 10 g neutro. Versare il latte filtrandolo tramite un colino in un recipiente.

In un'altro recipiente inserire 4 tuorli, 150 g di zucchero, 80 g di cacao amaro in polvere e mescolare con un frustino. Versare a filo il latte, che è stato fatto intiepidire, continuare a mescolare; immergere il recipiente in un bagnomaria e portare tutto su fuoco basso e sempre mescolando fare cuocere la crema senza mai farla bollire per una decina di minuti (portare a temperatura non più di 85°).

Quando la crema vela il cucchiaio toglierla dal bagnomaria, filtrare e versare in una ciotola e lasciare raffreddare. Mescolare ogni tanto per evitare che in superficie si formi una pellicina dura. Montare leggermente circa 130 ml di panna fresca e aggiungerla alla crema fredda incorporandola a poco a poco; dopo coprire la ciotola e far riposare in frigorifero. Successivamente versare il composto nella gelatiera e metterla in funzione facendola girare finché il gelato sarà mantecato. Occorreranno circa 20 minuti con gelatiera elettrica.

Alcune immagini durante la fase di preparazione:


Buon appetito!!!